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Le Dipendenze Patologiche. Non sottovalutare da subito una loro insorgenza.

Le Dipendenze Patologiche (o Addictions) rappresentano, di fatto, delle alterazioni del comportamento di un individuo, che possono manifestarsi tramite l’utilizzo continuativo ed esasperato di sostanze di abuso (nei Disturbi da Uso di Sostanze e di Alcool) o nella messa in atto di una serie di comportamenti ‘patologici’ verso i quali i soggetti si manifesta completamente “dipendente”. Tra le dipendenze patologiche annoveriamo non solo i Disturbi da Uso di Sostanze e di Alcool, ma anche il capitolo delle Dipendenze Comportamentali, quali il Gioco d’Azzardo Patologico (o Gambling), le tecno-dipendenze (da Internet, tablet, smartphone, ecc.), la dipendenza da sesso, lo shopping compulsivo e la dipendenza da cibo (Food Addiction). Alla base della dipendenza vi è una ridotta capacità di controllo sull’utilizzo della sostanza o sulla messa in atto del comportamento ‘dipendente’. Il soggetto può arrivare a fare un uso eccessivo o ad assumere una sostanza per un tempo eccessivamente duraturo; può manifestare desiderio di smettere o di ridurre il proprio comportamento, ma non riuscire a metterlo in pratica; può impiegare molto tempo nel cercare di reperire la sostanza, tanto da compromettere le aree di funzionamento personale, sociale, lavorativo e familiare. La predisposizione genetica (biologica) è un importante fattore di rischio ma non il solo determinante l’insorgenza di dipendenze patologiche. Alla base della predisposizione genetica, negli individui affetti da dipendenze patologiche, si riscontrano alterazioni nella produzione di alcuni neurotrasmettitori endogeni (specialmente il neurotrasmettitore dopamina) legati ai meccanismi del rinforzo e la gratificazione indotte da stimoli fisiologici o da sostanze di abuso psicotrope. Solitamente si riscontrano valori al di sotto della norma nei livelli di serotonina (coinvolta nella modulazione dell’appetito, nella reattività sensoriale e nella regolazione emotiva), della dopamina e degli oppiacei endogeni. Fattori ambientali o legati a condizionamenti sociali e/o familiari, quali ad esempio relazioni primarie insicure, situazioni socio-economiche disagiate, condizioni culturali carenti, eventi stressanti o traumatici, principalmente nelle prime fasi di vita e di sviluppo psichico, possono favorire nel soggetto l’instaurarsi di una iperattivazione della via che controlla la reazione allo stress/trauma (asse ipotalamo-ipofisi-surrene) e la conseguente iperproduzione e rilascio di eccessive quote di cortisolo che può determinare una ipersensibilità del soggetto ai vissuti di stress, mostrando difficoltà nella gestione delle emozioni, intensi stati di ansia e tensione ai quali il soggetto può rispondere mettendo in atto comportamenti finalizzati a fornire apparente (ed immediato) sollievo. Nel trattamento delle dipendenze patologiche risulta fondamentale un approccio multidisciplinare che preveda una integrazione di figure professionali di pertinenza internistica, psichiatrica, psicologico/psicoterapica, e riabilitativo psichiatrica. Gli obiettivi coinvolgono un intervento di gestione delle crisi astinenziali e del craving, di prevenzione delle ricadute nel disturbo, il mantenimento di una fase di astinenza (soprattutto nelle dipendenze da sostanze, come alcool o sostanze di abuso psicotrope); mentre, sul piano psicologico-psicoterapico, l’obiettivo primario consiste nel prendere consapevolezza della dipendenza, nella motivazione all’astensione da tali comportamenti, nonché sul lavoro sulle dinamiche/vulnerabilità personali alla base di tali comportamenti.

SERGIO DEMURU

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Dipendenti dal Web

Mentre il tempo medio trascorso su internet sale a circa 6 ore al giorno, varie forme di dipendenza dalla tecnologia dilagano fra i giovani.

Almeno 700 mila adolescenti in Italia sono dipendenti da web, social e videogame.

Di questi circa 100mila fanno uso compulsivo di TikTok e Instagram, quasi altrettanti si chiudono per mesi in camera passando ore sul web, mentre altri 500mila sono a rischio di dipendenza da videogiochi. Lo dimostra uno studio promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga e dal Centro Nazionale Dipendenze dell’Istituto Superiore di Sanità, discusso a Cagliari a un convegno della Società di Neuro Psico Farmacologia e Società di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Stando ai dati raccolti dall’Irccs Stella Maris e la Ausl di Bologna su oltre 8.700 studenti fra gli 11 e i 17 anni, quasi il 12% ha una forma di dipendenza dai videogiochi e il 2,5% fa un uso compulsivo dei social, mentre l’1,8% si chiude per mesi in camera vivendo su computer e smartphone.

“I ragazzi oggi – spiega Claudio Mencacci, co-presidente Società di Neuro Psico Farmacologi – sono più spesso vittime di ansia e depressione, meno inseriti nel tessuto sociale rispetto ai coetanei di 20 anni fa.

Pandemia, guerre, crisi ambientali amplificano un disagio che era già presente”.

“Occorre osservarli, a casa e in classe – continua Matteo Balestrieri, professore di Psichiatria all’Università di Udine – per cogliere i segnali del disagio, imparando a discriminare i segni di un disturbo”.

La dipendenza da dispositivi, spiega uno degli autori dello studio, Stefano Berloffa dell’Uoc di Psichiatria dell’Età Evolutiva, è riconoscibile da vari segni: impiego nei momenti di stress, astinenza, mentire sull’uso, perdita di altri interessi. Spesso si associa a disturbo ossessivo-compulsivo”.

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Dipendenze patologiche

La definizione di dipendenza patologica, secondo l’OMS, sottolinea come esse siano “importanti fattori di rischio per la salute pubblica”.

Tutti i tipi di dipendenze, quando incidono sulla salute dell’individuo in maniera significativa, vengono definite dipendenze patologiche.

Il meccanismo della dipendenza, come definito nel DSM-5, si basa “sull’attivazione diretta del sistema cerebrale della ricompensa, che è coinvolto nel rafforzamento dei comportamenti e nella produzione dei ricordi (Le sostanze) producono un’attivazione così intensa del sistema di ricompensa che le normali attività possono essere trascurate”.

Vediamo come riconoscere una dipendenza in base ai sintomi e quali sono i principali. Prima di elencare i sintomi, bisogna sottolineare che nei vari tipi di dipendenze si riscontrano comportamenti comuni, come: incapacità di controllo rispetto l’uso della sostanza, forte compromissione dei comportamenti sociali, incapacità di considerare il rischio dell’uso della sostanza.

I diversi tipi di dipendenza hanno dei sintomi che possiamo dividere in due categorie: sintomi fisici e psicologici.

Tra i sintomi fisici delle dipendenze ci sono: assuefazione, astinenza e una sensazione transitoria di benessere.

Inoltre, possono presentarsi anche sintomi indotti dalla specifica sostanza, per esempio: sonnolenza, eccitazione, inappetenza, tachicardia, nausea, maggiore sudorazione, solo per citarne alcuni.

Tra i sintomi psicologici troviamo: craving (ossia il “pensiero desiderante”, il desiderio incontrollabile della sostanza), umore basso, sensi di colpa, ansia, pensieri ossessivi, comportamenti compulsivi, negazione e vergogna, bassa autostima, depressione, solitudine e sentimento di rabbia.

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Parental control automatico sugli smartphone, arriva il blocco delle Sim intestate ai minorenni.

L’utilizzo indiscriminato di uno smartphone da parte di minorenni ha i giorni contati.
Dal 21 novembre 2023 verrà bloccato l’accesso a otto categorie di siti annoverati nella delibera dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) come inappropriati nel caso in cui ad accedere siano cellulari con una sim card intestata a ragazzi che hanno meno di 18 anni.
In caso di persona maggiorenne, può essere chiesto il blocco in un secondo momento. Stesso discorso se la sim utilizzata dal minore è intestata a un genitore.
Ricordiamo che a oggi l’età minima per avere una sim intestata a proprio nome è 8 anni, ma quasi tutti gli operatori chiedono un’età più alta per intestare un contratto (per molti gestori è 15 anni).
I siti che verranno bloccati sono inclusi nelle otto categorie individuate da Agcom in quanto ritenute inappropriate per un pubblico di minori.
Si tratta di siti che forniscono informazioni, promuovono o supportano la vendita di armi e articoli correlati; i siti sul gioco d’azzardo e le scommesse, i siti che promuovono violenza; i siti che promuovono o supportano atteggiamenti razzisti; i siti che promuovono disturbi alimentari o l’uso di droghe; i siti che forniscono strumenti per rendere irrintracciabile l’attività online; i siti legati a sette religiose; e i siti per adulti dove vengono diffusi contenuti pornografici e dove possono essere acquistati beni e servizi di natura simile.

SERGIO DEMURU

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Lo sport è tra i principali strumenti utilizzati per contrastare e prevenire l’uso di sostanze stupefacenti.

L’assunzione di sostanze stupefacenti e la conseguente dipendenza si sviluppa a causa di un disagio esistenziale. Lo sport può rappresentare uno strumento valido per la prevenzione all’uso di sostanze da parte dei giovani in quanto: migliora la propria immagine corporea e la forza muscolare, accresce l’autostima, sviluppa autocontrollo e disciplina, migliora le relazioni sociali, riduce ansia e depressione. Lo sport va praticato con costanza e sotto la guida di professionisti validi. Gli allenamenti e il lavoro di preparazione nello sportivo riescono a far maturare in lui la capacità di rimandare il momento del «piacere» e della soddisfazione. I sacrifici e gli sforzi dell’atleta non saranno premiati alla fine dell’allenamento stesso, ma alla fine di un lungo ciclo di allenamenti. Per il recupero di soggetti che sono già vittime della dipendenza da alcool e/o droghe, i benefici che lo sport produce possono essere utilizzati solo come mezzo di supporto in quanto lo sport singolarmente non può contrastare una condizione patologica grave come quella della tossicodipendenza. Lo sport, inoltre, aiuta a superare una dipendenza sia per i benefici sopra citati sia per la produzione di endorfina durante l’esercizio fisico che provoca una sensazione di euforia, stesso ormone che viene stimolato con l’assunzione di sostanze stupefacenti. E poi ancora è stato dimostrato che l’esercizio fisico sui tossicodipendenti:
a) riduce le tentazioni e l’uso di sostanze stupefacenti (studio pubblicato sullo Scandinavian Journal of Public Health )
b) riduce depressione, ansia e rabbia, sintomi presenti durante l’astinenza
c) Ripristina la funzionalità delle cellule cerebrali danneggiate dall’abuso di droghe.
Oggi nel nostro paese numerosi centri di recupero ed enti di promozione sportiva, come il “Comitato Italiano Sport contro Droga” riconosciuto dal Coni, adottano dei programmi di educazione fisica e sportiva per contrastare gli effetti della droga attraverso il miglioramento delle condizioni di salute fisica, psichica e di socializzazione.

SERGIO DEMURU