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Nicholas Angius – Caricaturista

Tra le iniziative messe in campo dall’Associazione “Sport e Salute” nei Villaggi del Progetto “No Dipendenze”, particolare attenzione ha richiamato nei ragazzi lo stand del bravissimo caricaturista Nicholas Angius.

Assieme a lui i giovani di Sassari, Nuoro, Cagliari e Olbia hanno imparato i primi trucchi del mestiere, sono stati curiosi nell’apprendere le prime tecniche di Angius e sapere da lui come si diventa caricaturista e quale percorso intraprendere per questo genere di street art.

Anche perché saper disegnare non basta: il caricaturista è un ottimo osservatore che sa accentuare i tratti del volto, creando una rappresentazione grottesca e simbolica, per far ridere o riflettere.

 

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Michele Angius – Musicista

La musica come mezzo per socializzare e per combattere le dipendenze.

C’era pure Michele Angius a esibirsi durante le tappe in Sardegna del Progetto No Dipendenze plain air.

Esibizioni che hanno richiamato centinaia di giovanissimi, sia per le meravigliose note emesse dal suo pianoforte, ma anche per la particolarità delle sue percussioni.

Angius ha infatti utilizzato tutto ciò che aveva a disposizione per suonare una batteria tanto improvvisata quanto efficace: pentole, bidoni, bonghetti e coperchi.

Percussioni improvvisate per una passione che non conosce limiti.

Quartese, 24enne, con la musica nel cuore e tanti sogni nel cassetto, sin da bambino ha sempre coltivato la sua arte. “Ho iniziato all’età di 8 anni, facendo percussioni con le pentole – ha raccontato – Poi, la volontà di crescere e migliorarsi sempre più. a 19 anni sono passato al pianoforte“.

Durante le tappe a Sassari, Nuoro, Olbia e Cagliari ha presentato un repertorio vastissimo, ma ogni pezzo adatto alle circostanze.

Dai classici, figli della sua formazione, Mozart e Chopin sino a brani più moderni, regalando persino qualche nota disco di Gigi D’Agostino.

Nelle mani di Michele c’è una vera orchestra e il giovanissimo pubblico si è innamorato delle sue note. Ma le dita non bastano, di certo.

Quella di Angius non è musica a casaccio. Ci vogliono testa e cuore per capire l’umore delle persone e quale brano proporre loro.

Suona tanto, Michele, ma dentro di sé coltiva tanti sogni, come ogni giovane: “Mi piacerebbe vivere di musica, comporre per i film e, perché no, comprarmi anche una casa”.

instagram.com/michele.angius

 

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Luglié & Manca – Break Dance

Nata negli anni ’70, la break dance, da quanto emerge dai racconti di molti protagonisti del periodo, fu un modo per risolvere i dissidi tra le gang in modo pacifico e con delle sfide che utilizzavano la danza e l’abilità nella disciplina come arma per sbaragliare l’avversario.

A dedicarsi a quella disciplina erano soprattutto ragazzi che provenivano da quartieri malfamati: ballavano nelle jam organizzate nei parchi, nei block party e nelle strade.

Per loro era un modo per crearsi una reputazione e definire la propria identità, per combattere la timidezza a volte o il timore dell’umiliazione.

L’obiettivo era ottenere rispetto.

Il ballo diventa dunque disciplina sportiva e mezzo di socializzazione e anche in occasione del progetto No Dipendenze-plein air, i maestri Alberto Luglié e Fabio Manca hanno dato grande prova di abilità.

Davanti ai numerosi studenti accorsi nelle tappe di Sassari, Nuoro, Olbia e Cagliari, i due atleti hanno dimostrato di come la break dance sia una disciplina a metà strada tra il ballo, in quanto strumento di relazioni sociali, e la danza, poiché implica in ogni caso molto studio e un duro allenamento.

 

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Riccardo Mulargia – Parkour

Nel Progetto “No-Dipendenze” grande spazio nei Villaggi organizzati a Nuoro, Sassari, Olbia e Cagliari l’ha avuto il parkour.

E’ uno sport che combina acrobazia e socialità, e si sta imponendo sempre più fra i giovanissimi.

Gli atleti si impegnano in salti, capriole, arrampicate in piena città: il parkour è infatti una disciplina sportiva in cui il corpo sfrutta gli ostacoli urbani per spostarsi in modo acrobatico e spettacolare.

Tra i protagonisti delle quattro tappe l’atleta Riccardo Mulargia: “col parkour tu ti costruisci la tua strada, i tuoi obiettivi. – ha detto – è puntato sulla libertà di movimento e di pensiero. In realtà c’è tutto un processo di apprendimento che ti permette di conoscere le tue paure e decidere se affrontarle o meno”.

Il parkour non è uno sport dove si gareggia, a parte con i propri limiti, e senza rischiare per forza la propria incolumità.

Insieme a lui anche Giulio Marzeddu e l’insegnante Alessio Mascia, che ha dichiarato: “se dovessi scegliere preferisco magari più la parte estetica dello sport, le capovolte ad esempio, che richiama la ginnastica artistica, però non ci si va a specializzare sulla tecnica effettiva, ma solo sulla bellezza del gesto. Nessuna pazzia, o almeno solo rischi calcolati. Perché saltare e sfidare la gravità significa anche crescere”.

E l’assenza di competitività e l’aspetto sociale rendono il parkour uno sport molto adatto anche per bambini.

 

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Gavino Puggioni – Digital Detox

Nel progetto “No Dipendenze” non poteva mancare il contributo di chi – per lavoro e per passione – dedica la sua attività al comunicare l’importanza di staccarsi dai dispositivi digitali.

Ecco che nasce il “Digital Detox” (letteralmente “disintossicazione dal digitale”) che offre un’esperienza fuori dal tempo e dà la possibilità a singoli, gruppi, aziende o scolaresche che si vogliano liberare dalla schiavitù dell’iperconnessione, di imparare a usare più consapevolmente smartphone e social.

L’azienda che si cimenta nel Digital Detox si chiama Logout Livenow, ed è attiva in Sardegna dal 2019.

Il titolare è Gavino Puggioni 29enne di Ploaghe laureato in Economia del Turismo all’Università Bicocca di Milano e con un master conseguito a Londra che lo ha fatto diventare coach di benessere digitale. Gavino Puggioni, davanti ai numerosi ragazzi che hanno affollato lo stand nelle tappe isolane del progetto “No Dipendenze – plein air”, ha spiegato in che cosa consiste il progetto “Digital Detox”.

All’inizio del percorso, che dura alcuni giorni, si lascia il proprio cellulare da una parte: dello smartphone ci si potrà riappropriare solo alla fine dell’esperienza. “Ogni italiano passa al giorno sui social due ore, sblocca lo smartphone 80 volte e lo usa per 7 ore – spiega il coach Gavino Puggioni – Noi insegniamo a disconnettersi da internet e dalla frenesia della vita quotidiana a persone che fanno un uso enorme di dispositivi digitali. Questi strumenti hanno tanti pregi ma sottraggono il tempo e l’attenzione senza i quali non è possibile realizzare i propri obiettivi“.

Diverse le attività alternative: dall’escursione in e-bike, alla camminata nei boschi, all’osservazione delle stelle in notturna, al laboratorio di culurgiones ( i tipici ravioli di patate chiusi a mano a formare una spiga).

Tra le proposte il trekking, lo yoga e anche il kayak e le escursioni in barca, ma non manca mai il seminario di benessere digitale. “Sono momenti di confronto tra gli ospiti e il coach in cui si analizzare i comportamenti sbagliati, acquisire una nuova consapevolezza sull’uso dei digitale e dare consigli per cambiare abitudini – spiega ancora Gavino Puggioni – Offriamo questa esperienza tutto l’anno in giro per la Sardegna”.

www.logoutlivenow.com

 

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Davide Riffaldi – Bike Trial

Il bike trial è uno sport che ha a che fare con biciclette particolari, dette appunto bici da trial, realizzate usando materiali leggeri ma al contempo resistenti.

Con questo sport si affronta un percorso ad ostacoli senza mai poggiare i piedi in terra, né tantomeno le mani, usando quindi soltanto ogni tecnica conosciuta che abbia a che fare con la bici e basta.

Il Villaggio di “No Dipendenze – plen air” è stato animato da un campione della specialità: Davide Riffaldi.

Nato nel 1977 a Milano, a 23 anni si avvicina al bike trial e comincia a partecipare alle prime gare. La bicicletta e lo sport in generale sono una “Dipendenza sana” per lui.

Di professione è un pompiere ed è proprio un collega di origini sarde che gli fa scoprire Cala Gonone nel Nuorese.

Quiì incontra una ragazza, Rosanna, la quale diventerà sua moglie e dalla loro unione nasceranno tre figli.

Nel 2007 partecipa alla programma televisivo TALENT 1 vincendolo, nelle competizioni è oro nel regionale lombardo 2008 categoria Master UCI (FCI), l’anno seguente conquista un brillante secondo posto (primo con bici con ruote da 20 pollici) nella Master UCI (FCI).

Dal 2012 decide di trasferirsi in Sardegna, entrando a far parte del Bike Team Demurtas di Nuoro. La sua disciplina sportiva ha catturato le attenzioni delle centinaia di giovanissimi che hanno affollato le tappe di Sassari, Olbia, Nuoro e Cagliari.

Hanno potuto ammirare le evoluzioni del campione lombardo, anche perché nell’Isola rappresenta l’unico biker di questa disciplina a fare spettacoli, fornito di tutte le strutture e impianto audio professionale.

Una disciplina che unisce l’amore per le due ruote, per lo sport, ma anche per la natura.

instagram.com/davideriffaldi