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Bob Marongiu

Tra i più noti artisti presenti nel villaggio di “No Dipendenze – plein air”, Bob Marongiu ha messo a disposizione tutta la propria creatività e passione per i giovani di Sassari, Nuoro, Olbia e Cagliari, che si sono avvicinati nel suo stand.

Chi non conosce Bob Marongiu? Il suo è un mondo a colori, dai toni vivi e brillanti.

Tra colori, pennelli e una chitarra – simbolo della sua grande passione per la musica – gli studenti hanno avuto la sensazione di compiere un viaggio a ritroso nel paradiso perduto dell’infanzia.

In un Eden popolato di personaggi fiabeschi, di figure animali dai tratti umanizzati e surreali che del mondo, quello vero, sembrano conoscere solo l’allegria.

Con la sua pittura Bob Marongiu si dimostra artista con i piedi ben piantati a terra e che con i più giovani ha sempre avuto feeling, dato che ha sempre giocato a dipingere con i suoi figli.

Uno sguardo dedicato proprio ai più giovani perché – dice – riescono sempre a sorprenderlo con le loro osservazioni e a regalargli ogni volta la freschezza di una nuova ispirazione : “Perché lo sguardo dei bambini è pulito e senza i filtri che noi adulti abbiamo”.

www.bobmarongiu.it

 

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LUGHENE’

Curiosità e fascino: è quello che i giovanissimi hanno provato quando hanno visitato lo stand dell’Associazione Culturale Lughenè in occasione dei Villaggi del progetto “No Dipendenze – plein air”.

Davanti ai loro occhi, infatti, non c’erano certamente dispositivi elettronici. Ma flipper, biliardi, battaglia navale, gioco dei cani e degli sciacalli, labirinti, trou madame, tavolo elastico, hockey da tavolo, domino, forza quattro, tris, bowling, pescapesce, petanque da tavolo, biliardo giapponese, trampoli e tanti altri giochi di diversi paesi del mondo.

Tutti targati “Gle, grandi giochi in legno”, che sono parte di un progetto laboratoriale che mira a valorizzare il territorio e a favorire l’interazione sociale attraverso il gioco.

Tutti i giochi in legno, di grandi dimensioni, sono stati posizionati in modo da occupare interamente il proprio spazio davanti allo stand, e i giovanissimi hanno mostrato grande interesse, grazie anche al personale dell’Associazione che è stato a loro completa disposizione per spiegarne e mostrarne l’uso.

Un modo vecchio e nuovo assieme affinché bambini, ragazzi, ma anche genitori e nonni possano giocare insieme, socializzare, occasione intergenerazionale per riunire attorno a un gioco più persone.

lughene.org

 

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ZEROXCUSES

Anche gli atleti straordinari di ZeroXcuses hanno accolto con entusiasmo l’invito dell’ASD Sport e Salute per dare il proprio contributo per il progetto “No Dipendenze – plein air”.

Davanti a centinaia di ragazzi, lo scopo principale è stato quello di coinvolgere e sensibilizzare gli istituti scolastici e le comunità in tutta la Sardegna sui pericoli delle diverse forme di dipendenza, che includono sostanze stupefacenti, alcool, fumo, gioco d’azzardo e l’uso eccessivo di dispositivi digitali.

Un coinvolgimento in perfetto stile ZEROXCUSES.

Presenti a tutte e quattro le tappe della manifestazione in Sardegna, hanno portato agli studenti il loro coinvolgente circuito di resistenza che rappresenta simbolicamente le tappe necessarie per uscire dalla dipendenza.

E’ stata un’esperienza emozionante e formativa per tutti gli studenti che hanno partecipato. “Insieme – hanno detto – possiamo creare un futuro più sano e resiliente per le giovani generazioni”.

www.zeroxcuses.com

 

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Nicholas Angius – Caricaturista

Tra le iniziative messe in campo dall’Associazione “Sport e Salute” nei Villaggi del Progetto “No Dipendenze”, particolare attenzione ha richiamato nei ragazzi lo stand del bravissimo caricaturista Nicholas Angius.

Assieme a lui i giovani di Sassari, Nuoro, Cagliari e Olbia hanno imparato i primi trucchi del mestiere, sono stati curiosi nell’apprendere le prime tecniche di Angius e sapere da lui come si diventa caricaturista e quale percorso intraprendere per questo genere di street art.

Anche perché saper disegnare non basta: il caricaturista è un ottimo osservatore che sa accentuare i tratti del volto, creando una rappresentazione grottesca e simbolica, per far ridere o riflettere.

 

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Michele Angius – Musicista

La musica come mezzo per socializzare e per combattere le dipendenze.

C’era pure Michele Angius a esibirsi durante le tappe in Sardegna del Progetto No Dipendenze plain air.

Esibizioni che hanno richiamato centinaia di giovanissimi, sia per le meravigliose note emesse dal suo pianoforte, ma anche per la particolarità delle sue percussioni.

Angius ha infatti utilizzato tutto ciò che aveva a disposizione per suonare una batteria tanto improvvisata quanto efficace: pentole, bidoni, bonghetti e coperchi.

Percussioni improvvisate per una passione che non conosce limiti.

Quartese, 24enne, con la musica nel cuore e tanti sogni nel cassetto, sin da bambino ha sempre coltivato la sua arte. “Ho iniziato all’età di 8 anni, facendo percussioni con le pentole – ha raccontato – Poi, la volontà di crescere e migliorarsi sempre più. a 19 anni sono passato al pianoforte“.

Durante le tappe a Sassari, Nuoro, Olbia e Cagliari ha presentato un repertorio vastissimo, ma ogni pezzo adatto alle circostanze.

Dai classici, figli della sua formazione, Mozart e Chopin sino a brani più moderni, regalando persino qualche nota disco di Gigi D’Agostino.

Nelle mani di Michele c’è una vera orchestra e il giovanissimo pubblico si è innamorato delle sue note. Ma le dita non bastano, di certo.

Quella di Angius non è musica a casaccio. Ci vogliono testa e cuore per capire l’umore delle persone e quale brano proporre loro.

Suona tanto, Michele, ma dentro di sé coltiva tanti sogni, come ogni giovane: “Mi piacerebbe vivere di musica, comporre per i film e, perché no, comprarmi anche una casa”.

instagram.com/michele.angius

 

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Luglié & Manca – Break Dance

Nata negli anni ’70, la break dance, da quanto emerge dai racconti di molti protagonisti del periodo, fu un modo per risolvere i dissidi tra le gang in modo pacifico e con delle sfide che utilizzavano la danza e l’abilità nella disciplina come arma per sbaragliare l’avversario.

A dedicarsi a quella disciplina erano soprattutto ragazzi che provenivano da quartieri malfamati: ballavano nelle jam organizzate nei parchi, nei block party e nelle strade.

Per loro era un modo per crearsi una reputazione e definire la propria identità, per combattere la timidezza a volte o il timore dell’umiliazione.

L’obiettivo era ottenere rispetto.

Il ballo diventa dunque disciplina sportiva e mezzo di socializzazione e anche in occasione del progetto No Dipendenze-plein air, i maestri Alberto Luglié e Fabio Manca hanno dato grande prova di abilità.

Davanti ai numerosi studenti accorsi nelle tappe di Sassari, Nuoro, Olbia e Cagliari, i due atleti hanno dimostrato di come la break dance sia una disciplina a metà strada tra il ballo, in quanto strumento di relazioni sociali, e la danza, poiché implica in ogni caso molto studio e un duro allenamento.